Salti in Bocca – L’uomo del destino – le carte di Napoleone

Titolo: L’uomo del destino – le carte di Napoleone
Autore: G.B. Shaw – adattamento testo di Luca Casale
Regia: Federica Martoglio
Cast artistico
Napoleone Bonaparte – Luca Casale
Tenente – Oscar Tuzza
La Signora -Federica Martoglio
Giuseppe – Manuel Gentile
Arlecchino – Federica Martoglio
Presentatore – Oscar Tuzza
Cast tecnico
Audio e Luci: Luca Ramasso
Collaboratrice di Scena: Nicoletta Cantore
Costumi: Anita Tournour Viron

Trama
L’uomo del Destino di George Bernard Shaw, è un atto unico pubblicato dall’autore nel 1898 e annoverato tra le sue “commedie gradevoli”. È incentrato sulla figura del Generale Bonaparte, prima che divenisse l’Imperatore Napoleone, all’indomani della vittoria nella battaglia di Lodi nel 1796, durante la Campagna d’Italia contro l’esercito austriaco.
In questa insolita commedia dai toni scanzonati ma anche intimi e riflessivi, il contesto storico rimane tuttavia sullo sfondo, introdotto da un breve ma vivace prologo che lo trasforma in una sorta di cornice, quasi una finestra da cui il pubblico potrà guardare dentro al cuore della vicenda, nel luogo singolare dove essa si svolge: una piccola locanda di Tavazzano, dove il Generale Bonaparte aveva deciso di sostare, prima di ripartire verso Milano.
L’oste della locanda, Giuseppe Grandi, è un uomo giocoso ed allegro, ben felice della visita di una figura così autorevole, di cui ammira le gesta e che riempie di attenzioni. Napoleone, servito e riverito, può così ritemprarsi dalle fatiche dei combattimenti, in attesa di alcuni dispacci molto importanti che dovranno essere portati a cavallo da un Tenente dell’Armata d’Italia sotto il suo comando.
Ma qualcosa va storto: quell’Ufficiale si rivela un maldestro credulone e fallisce la sua semplice missione, presentandosi al cospetto del suo Generale a mani vuote, ingannato da una misteriosa figura incontrata sul cammino verso la locanda.
Napoleone si ritrova dunque a dover far fronte ad un nuovo ed inaspettato “nemico”: una donna molto caparbia ed astuta, che sembra essersi materializzata dal nulla nella locanda, e che pare abbia uno strano legame con quella misteriosa figura.
Da quel momento, inizia tra i due una sorta di partita a scacchi, una vera e propria battaglia all’arma bianca nel campo neutro della locanda, combattuta a colpi di astuzia e intelligenza, con continui rovesciamenti di fronte che porteranno lo spettatore a chiedersi, alla chiusura del sipario, se tutto ciò possa essere davvero avvenuto nella realtà, un giorno qualsiasi nella vita avventurosa di Napoleone Bonaparte, lontano dai colpi di cannone.

Note di regia
La figura di Napoleone Bonaparte è avvolta nell’aura del mito, sospesa fra glorificazione e condanna: un’icona profondamente radicata nell’immaginario collettivo, come immortalato nelle pose tipiche dei suoi più celebri ritratti, è stato tanto idealizzato quanto detestato, divenendo un simbolo di rivoluzione e tirannia allo stesso tempo.
Ma al di là del giudizio contrastante che ne ha dato la Storia, non si può negare che fosse dotato di un carisma fuori dal comune, nel bene e nel male.
Ed è questo il ritratto che George Bernard Shaw ci ha consegnato di Napoleone, sottraendolo al contesto epico in cui viene abitualmente raffigurato e catapultandolo, con un colpo di genio degno della sua mente brillante, in una commedia teatrale ambientata fra le mura di un’umile locanda, laddove ne emerge la sua personalità camaleontica: impietoso e determinato, ironico ed acuto, irascibile e calcolatore allo stesso tempo.
Il fascino di questa commedia è duplice: da un lato ci offre un vero e proprio spaccato quotidiano della vita di un celebre personaggio storico, fuori dai canali tradizionali ma che, per quanto romanzato, è comunque ispirato a fonti documentate; dall’altro lato ci mostra una girandola di personaggi che gli gravitano intorno come satelliti, all’apparenza minori ma in realtà ricchi di sfumature, simboli e portavoce a loro volta delle diverse classi sociali dell’epoca.
Un’epoca molto distante dalla nostra, che per questo viene descritta a sommi capi nel prologo iniziale, per consentire al pubblico di inquadrare il contesto generale: nel testo originale è una voce narrante che assolve a tale compito, che nel nostro adattamento è stato invece affidato ad un presentatore ed al suo assistente molto particolare (allerta spoiler: si tratta nientepopodimeno che di Arlecchino).
In un’alternanza ritmica di pause ed accelerazioni, i toni della commedia oscillano fra l’aulico ed il grottesco e le parole passano dal sussurro alla caciara, confluendo in dialoghi che, senza prendersi troppo sul serio, o fingendo di farlo, racchiudono tematiche umanamente universali: paura e coraggio, inganno e verità, gloria e sacrificio.
Ma sopra ogni altra cosa, la commedia ci ricorda che anche i grandi uomini, allo stesso modo del cittadino comune, possono essere fragili nella loro intimità, sebbene tentino di nasconderlo dietro una velata parvenza di potere.

La compagnia
Salti In Bocca – SiB per gli amici – è un’Associazione Culturale con predilezione verso il Teatro, con sede a Sant’Antonino di Susa, fondata nell’aprile 2021 da un gruppo di attori con esperienza ventennale nel campo della recitazione, sotto la Direzione artistica di Federica Martoglio e Luca Casale, insieme ad alcuni amici appassionati di arte e letteratura, spinti dall’intento comune di mettersi al servizio dell’arte per comunicare emozioni, condividere valori e stimolare riflessioni.
La nostra visione è quella di un Teatro poliedrico, aperto, che diventi strumento di esplorazione e sperimentazione, volto ad elaborare progetti disparati e non limitati alla
rappresentazione scenica fine a sé stessa. La nostra formazione salta infatti dal Teatro di Prosa, spaziando fra commedia dramma e grottesco, al Teatro di Strada, con una
propensione particolare alla Commedia dell’Arte, ed infine al Teatro della Parola, con letture accompagnate da voce e strumenti musicali.
Perché “Salti In Bocca”? La combinazione allegorica, che richiama il famoso piatto – semplice, ma buono – vuole esprimere con “Salti” l’azione e con “Bocca” la parola, attraverso la ricerca di forme espressive diverse che, interagendo fra loro, diano vita ad una forma eterogenea, in equilibrio fra tradizione ed innovazione, che mantenga inalterato lo spirito di entrambi, cogliendone i tratti in comune senza “soluzione di attualità”.
Nei nostri allestimenti, la musica riveste un ruolo di fondamentale importanza, con brani di accompagnamento eseguiti anche in presa diretta. La quarta parete può alzarsi o dissolversi, allo scopo di coinvolgere il pubblico in modi differenti: questo perché secondo noi “vi è sempre un sipario che si apre, laddove umanità e poesia si incontrano”.

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